Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 10 aprile 2012

Il pesco di Giovanni Pascoli

Charles Conder•1888
a Adolfo Cipriani
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Penso a Livorno, a un vecchio cimitero
di vecchi morti; ove a dormir con essi
niuno più scende; sempre chiuso; nero
d'alti cipressi.
Tra i loro tronchi che mai niuno vede,
di là dell'erto muro e delle porte
ch'hanno obliato i cardini, si crede
morta la Morte,
anch'essa. Eppure, in un bel dì d'Aprile,
sopra quel nero vidi, roseo, fresco,
vivo, dal muro sporgere un sottile
ramo di pesco.
Figlio d'ignoto nòcciolo, d'allora
sei tu cresciuto tra gli ignoti morti?
ed ora invidii i mandorli che indora
l'alba negli orti?
od i cipressi, gracile e selvaggio,
dimenticàti, col tuo riso allieti,
tu trovatello in un eremitaggio
d'anacoreti?
(Myricae-Alberi e fiori)
-Cento anni di assenza, ma sempre nei nostri cuori...-

2 commenti:

Rose ha detto...

Allieta i cipressi, vero? Propendo per questa ipotesi. I mandorli poi forse sono già sfioriti e meno invidiabili, mentre i cipressi sono sempre scuri e tutti impettiti: un po' di rosa non può che fargli bene!

Grazie per il pesco di Giovanni e buon - sempre freddo - marte.

Francesca Vicedomini ha detto...

Piove e freddo, bene l'acqua, il freddo meno. Buona continuazione...