Bartolomeo Bezzi+San Michele all'Adige+1895 |
I
Vuoto d'acque, misero scheletro
lungo le case del mio paese,
Soligo io ti guardo e non mi basta
La Pasqua dell'Angelo, non piove da mesi.
Hai sete, piccolo fiume imbavagliato
nudo nudo e senza parola.
Io tra lacrime guardo
il sole allontanato ed offeso dal vento,
La Pasqua dell'Angelo
tra furiosa polvere sparire
e invernali ombre di reticolati
di rive in brulle rive
assecondare la tua magra quiete.
Da tanto a te, Soligo, mi conformo,
la sete lunga lunga trassi come il tuo letto,
da tanto non piove che un'amara abitudine
mi ha tolto ricordarmi
che sia la sete stessa.
II
Dai miei poveri giorni mi svio,
salgo con lena primaverile
verso i boschi di Lorna
e benefiche valli e grato verde
d'aprile acerbamente sogno.
Nulla per dorsi spenti
e per cavi torpori mattutini
nulla dietro il ventaglio del meriggio
che soffocate sere scopre
per tramiti gessosi e stecchi e brividi.
Negli altri anni a queste ore
sulle mie pene invernali
grande e madido il bosco
era cresciuto, mansueto limo
aveva popolato il mio cortile.
Ma ora un sole infelice mi fa scuotere il capo,
or si fende la creta, sbigottito è il ruscello,
e le tue care labbra
sento umide solo
per un'avara dimenticanza
dell'immenso risucchio dell'arsura.
(Elegia e altri versi)
4 commenti:
Commovente la descrizione del fiume in secca.
Buon lunedì - freddo - di Pasqua.
Freddo freddo Rose!
Buona serata!
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-04-05/centenario-pascoli-191658.shtml?uuid=Abij0dJF
articolo sul centenario della morte di pascoli...
come sempre ottime scelte e molti spunti, grazie francesca
Grazie Tiziana, tu sai quanto mi piace Pascoli vero?
Ora me lo leggo, buona giornata cara!
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