Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

venerdì 6 aprile 2012

Venerdì Santo di Maria Luisa Spaziani

Venerdì Santo
Bouguereau+Pietà+1876
Lei credeva di stringere in quel corpo
disincarnato, esangue, il suo ragazzo
morto a trentatrè anni per oscure
trame di tribunali.
Se le avessero detto che stringeva
a sè l'intero mondo e la sua Storia
non l'avrebbe capito. Erano solo
un figlio con sua madre.

10 commenti:

Patalice ha detto...

oggi preghiera...

Rose ha detto...

La Storia è l'intreccio delle storie personali.
Ogni tragedia, ogni conquista è intimamente connessa alla vita di ciascuno.

Si annuvola.

Un abbraccio.

Rose ha detto...

Sul tema del Venerdì Santo, De André ne "La Buona Novella":

"Piango di lui ciò che mi è tolto, le braccia magre, la fronte, il volto,
ogni sua vita che vive ancora, che vedo spegnersi ora per ora.
Figlio nel sangue, figlio nel cuore
e chi ti chiama nostro Signore,
nella fatica del tuo sorriso
cerca un ritaglio di pardadiso.
Per me sei figlio, vita morente,
ti portò cieco questo mio ventre,
come nel grembo di adesso in croce
ti chiama amore questa mia voce.
Non fossi stato figlio di Dio t'avrei ancora per figlio mio."

Francesca Vicedomini ha detto...

Rose ehm...Faber arriva domani...buona serata!

Francesca Vicedomini ha detto...

Buona serata Patalice...

Gianrico Gualtieri ha detto...

Morte del Logos, morte del pensiero e pensiero della morte, anima triste fino alla morte. Calice da bere.
Sia fatta la tua volontà, e non la mia.

Rose ha detto...

Francesca, mi dispiace... spero di non aver fatto danni... ma nel caso peggiore che io abbia bruciato il tuo post di domani anticipandolo, so almeno che tu non scriverai "pardadiso". :(

Un abbraccio.

Francesca Vicedomini ha detto...

Ma quali danni Rose, volevo solo dire che siamo in sintonia....

viola ha detto...

"Ma adesso che viene la sera ed il buio mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io nel vedere quest’uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l’amore”.
da Il testamento di Tito
Fabrizio De Andrè
Una serena Pasqua a Francesca e a tutti voi cari amici:) un abbraccio grande

Francesca Vicedomini ha detto...

Vedi..anche Viola....che meraviglia!