Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 2 marzo 2011

Fantasia di carnevale II/III/IV/V/VI/VII/VIII/IX/X di Clemente Rebora

Guillaume Seignac II
Tanto ubertosa la civile gloria,
tanto ignorato il sottostante danno!
Ma giovinetto è l'anno:
sarà vecchia la baldoria?
III
Noi serbiamo la pace
candida e intatta
contro la ruggine
in còfani d'ovatta:
ancora brillerà la sua speranza
al dimentico amor di chi verrà
IV
La sciagura ritmava in lontananza;
or s'avvicina. Il patrio terreno
in bìlico, già crolla:
è un invito di danza...
Signori, alla coda!
V
Or sù, giovanotti,
la morte è in amore.
Ha baci d'un vigore
da incidervi l'ossa.
Chi ne voglia un'Idea,
si raccomandi a Dio
che la rivela.
VI
In tempo di clessidra
miope volo d'api
sono quest'ombre di noi
e doman forse nùgolo d'eroi!
VII
Poesia, arpeggiante
zanzara che succhi dal sangue
ora ciascuno t'intende
e si difende.
VIII
'Era avventizia
che strozzi il costume
vendendolo implume
al ghiotto destin
senza principio nè fin!
'Era propizia.
IX
Oltre la patria e la terra
c'è da salvare qualcosa,
anche solo una rosa
da tanta guerra sbocciata.
X
Morir vendicati
d'esser nati così!

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