Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 25 maggio 2011

La vita in versi di Giovanni Giudici

Maria Oakey Dewing/Garden in may/1895
Metti in versi la vita, trascrivi
fedelmente, senza tacere
particolare alcuno, l’evidenza dei vivi.
Ma non dimenticare che vedere non è
sapere, né potere, bensì ridicolo
un altro voler essere che te.
Nel sotto e nel soprammondo s’allacciano
complicità di visceri, saettando occhiate
d’accordi. E gli astanti s’affacciano
al limbo delle intermedie balaustre:
applaudono, compiangono entrambi i sensi
del sublime – l’infame, l’illustre.
Inoltre metti in versi che morire
è possibile più che nascere
e in ogni caso l’essere è più del dire.

6 commenti:

Francesca Vicedomini ha detto...

Qualcuno ha detto che se muoiono i poeti possono cadere anche le cattedrali. Buon sonno Giovanni!

tiziana ha detto...

molto piacevole passare da questo blog...un saluto

Gujil ha detto...

cerca nel cuore,
più giù,
più profondo
lì troverai
il poeta che cerchi

Gujil

Gianrico Gualtieri ha detto...

"Vita è l'ardua parola,
è l'esercizio amaro
del pensiero,
la calma piatta
di una violenza oscena."

Très beau, merci Francesca, bonne journée...

Rose ha detto...

Era importante ricordare Giovanni Giudici, e ringrazio Francesca per averlo fatto con questo splendore di poesia.

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie a voi amici, che mi onorate con la vostra presenza!