Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 8 maggio 2011

Qual in colle aspro, al imbrunir di sera di John Milton

Fortescue Brickdale/Laura del Petrarca ad Avignone
Qual in colle aspro, al imbrunir di sera
L'avezza giovinetta pastorella
Va bagnando l'herbetta strana e bella
Che mal si spande a disusata spera
Fuor di sua natia alma primavera,
Cosi Amor meco insu la lingua snella
Desta il fior novo di strania favella,
Mentre io di te, vezzosamente altera,
Canto, dal mio buon popol non inteso
E'l bel Tamigi cangio col bel Arno
Amor lo volse, ed io a l'altrui peso
Seppi ch' Amor cosa mai volse indarno.
Deh! foss' il mio cuor lento e'l duro seno
A chi pianta dal ciel si buon terreno.
1645

2 commenti:

Rose ha detto...

Incompreso dai suoi connazionali Milton petrarcheggia, così che non lo capiamo neanche noi connazionali di Petrarca (e neanche, a quanto pare, la sua bella). ;)

Buona Festa della Mamma e buona domenica a tutti!

Francesca Vicedomini ha detto...

Tu mi leggi nel pensiero Rose, giravo e rigiravo intorno al vecchio John con un pò di rimorso per non averlo mai citato..ora ho la coscienza a posto e sì, se tanto mi da tanto, meglio Petrarca!
Oggi provvedo alla festa della mamma, l'avevo dimenticata, da quando la mia non c'è più, ma oggi è giorno di riparazione...buon lunedì.