|
Sophie Menter*Repin*1887 |
Ora che i lillà sono in fiore
Lei tiene un vaso di lillà nella sua stanza
E ne contorce uno fra le dita, parlando.
« Ah, amico mio, tu non lo sai, tu non lo sai
Cos'è la vita, tu che la tieni fra le mani »;
(Lentamente torcendo gli steli dei lillà)
« La lasci scorrere da te, la lasci scorrere,
La giovinezza è crudele, non ha alcun rimorso,
Sorride alle situazioni che non può vedere. »
Io sorrido, naturalmente,
E continuo a bere il tè.
« Eppure, in questi tramonti d'aprile,
che in qualche modo richiamano
La mia vita sepolta, e Parigi a primavera,
Mi sento immensamente in pace, e dopo tutto
Trovo che il mondo sia meraviglioso e giovane. »
E la voce ritorna simile all'insistente stonatura
Di un violino spezzato in un pomeriggio d'agosto:
« Io sono sempre sicura che comprendi
Ogni mio sentimento, sono sempre sicura che lo senti,
E che mi tendi la mano oltre l'abisso.
Sei invulnerabile tu, non hai il tallone d'Achille.
Andrai avanti, e quando avrai prevalso
Potrai dire: qui molti hanno fallito.
Ma cosa mai posseggo, amico mio, cosa posseggo
Da poterti donare, e cosa puoi ricevere da me?
Nient'altro che amicizia e simpatia
Da chi sta per raggiungere la fine del viaggio
Resterò qui a sedere, servendo il tè agli amici... »
Prendo il cappello: come potrò vigliaccamente fare
ammenda
Per quello che mi ha detto?
Mi vedrete nel parco ogni mattina
A leggere i fumetti e la pagina sportiva.
Noto in particolare
Una contessa inglese che si dà alle scene.
Un greco assassinato
Durante un ballo polacco, un reo di peculato
Che ha reso confessione. Mantengo il mio contegno,
E rimango padrone di me
Fino al momento in cui un organetto, meccanico e stanco,
Ripete un vecchio canto estenuato
Con il profumo dei giacinti nel giardino, richiamando
Alla memoria cose che altri hanno desiderato.
Sono sbagliate o giuste queste idee?
(Prufrock e altre osservazioni)
◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘◘
Now that lilacs are in bloom
She has a bowl of lilacs in her room
And twists one in her fingers while she talks.
«Ah, my friend, you do not know, you do not know
What life is, you who hold it in your hands»;
(Slowly twisting the lilac stalks)
«You let it flow from you, you let it flow,
And youth is cruel, and has no remorse
And smiles at situations which it cannot see.»
I smile, of course,
And go on drinking tea.
«Yet with these April sunsets, that somehow recall
My buried life, and Paris in the Spring,
I feel immeasurably at peace, and find the world
To be wonderful and youthful, after all.»
The voice returns like the insistent out-of-tune
Of a broken violin on an August afternoon:
«I am always sure that you understand
My feelings, always sure that you feel,
Sure that across the gulf you reach your hand.
You are invulnerable, you have no Achilles’ heel.
You will go on, and when you have prevailed
You can say: at this point many a one has failed.
But what have I, but what have I, my friend,
To give you, what can you receive from me?
Only the friendship and the sympathy
Of one about to reach her journey’s end.
I shall sit here, serving tea to friends.…»
I take my hat: how can I make a cowardly amends
For what she has said to me?
You will see me any morning in the park
Reading the comics and the sporting page.
Particularly I remark
An English countess goes upon the stage.
A Greek was murdered at a Polish dance,
Another bank defaulter has confessed.
I keep my countenance,
I remain self-possessed
Except when a street-piano, mechanical and tired
Reiterates some worn-out common song
With the smell of hyacinths across the garden
Recalling things that other people have desired.
Are these ideas right or wrong?
( Prufrock and Other Observations)