Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 25 aprile 2012

Epigrafe per i Caduti di Marzabotto di Salvatore Quasimodo

Elihu Vedder/Memory
1954
Questa è memoria di sangue
di fuoco, di martirio,
del più vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesselring
e  dai loro soldati di ventura
dell’ultima servitù di Salò
per ritorcere azioni di guerra partigiana,
I milleottocentotrenta dell’altipiano
fucilati e arsi
da oscura cronaca contadina e operaia
entrano nella storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto
il civile consenso
per governare anche il cuore dell’uomo,
non chiede compianto o ira
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua brigata
piegarono più volte
i nemici della libertà.
La loro morte copre uno spazio immenso,
in esso uomini d'ogni terra
non dimenticano Marzabotto
il suo feroce evo
di barbarie contemporanea.
(25 aprile 1945-25 aprile 2012)

6 commenti:

Lara ha detto...

Molto intensa questa poesia.
Buon 25 aprile a te!
Ciao,
Lara

Rose ha detto...

Commemoriamo. Buona Festa della Liberazione.

Notavo che abbiamo anche Larissa Antipova tra i lettori del blog. ;)

Domani arriva Hannibal, eh?

Francesca ha detto...

La dedicherei agli Storace di tutti i tempi, che per pulirsi la coscienza dicono: "Si può essere democratici senza essere antifascisti".
Commemoriamo, Rose, non dimentichiamo l'eccidio nazifascista.

Francesca Vicedomini ha detto...

Un'altra Francesca, benvenuta!
Grazie Lara e Rose, ma la Antipova me lo corregge il cirillico?

Francesca ha detto...

Grazie, Francesca! In realtà la seguo da tanto, ma nell'ombra...
Buon fine settimana. :)

Francesca Vicedomini ha detto...

Francesca, il Lei è superfluo non credi?
Buon w.e.