Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 31 maggio 2011

Ricordo di Giorgio Caproni

Bernard Fletwood Walker/Amity
Ricordo una chiesa antica,
romita,
nell'ora in cui l'aria s'arancia
e si scheggia ogni voce
sotto l'arcata del cielo.
Eri stanca,
e ci sedemmo sopra un gradino
come due mendicanti.
Invece il sangue ferveva
di meraviglia, a vedere
ogni uccello mutarsi in stella
nel cielo.

5 commenti:

Francesca Vicedomini ha detto...

E io brindo a Voi, sporchi, c...ni e senza cervello, siete stati BRAVISSIMI!!!

Gianrico Gualtieri ha detto...

Come si oscura il sole o come esala la brace, così si è spento il tuo amore. I pensieri più terribili non sono quelli che riguardano la nostra incolumità o qualche catastrofe; sono quelli che non si possono condividere, che non possiamo dire a nessuno. Non a noi stessi, perchè li conosciamo già, perchè siamo già preda dei dubbi e delle angosce che li accompagnano... né agli altri, perchè sappiamo già che non saremo compresi e soprattutto, che neppure loro hanno le risposte. Per l'essenziale siamo soli.
L'amore è un'istanza è una stanza d'albergo è una torcia gettata che vuol essere il sole e che l'intensità stessa della combustione fa invece estinguere. L'amore è ciò che cerchiamo di opporre alla morte, alla decomposizione, alla corruzione della nostra integrità. L'aspirazione ad un'unità profonda attinta nella numeralità minima: il due, il doppio. "Perciò l'uomo lascerà la casa di suo padre e sua madre e si unirà alla donna. E saranno una sola carne." Questa carne che invece diviene strumento e il segno dell'intercambiabilità, dell'anonimato, dell'insignificanza. Dualismi, estremismi, sensi e senso comune per il quale sembra impossibile poter dire: amo solo te, la mia passione è soltanto tua, sei tu il mio stato, la mia condizione stabile, ciò senza cui la vita non sarà più la stessa. Sei tu che sei questione di vita o di morte.
La mia vita senza di te non continua, si protrae. Indefinitamente. So amare solo così, nell'unità di senso, intelletto e sentimento. Fino all'ultimo respiro.

Rose ha detto...

Un'anima felice non sa cosa sia la stanchezza.

Una giornata come quella di ieri rimane nella memoria e nel cuore.
Festeggio felice con voi - anch'io c******a, scervellata e puzzolente - questo inizio!
Un augurio particolare e un abbraccio a Veronica che ha visto il risveglio della sua città.

Gianrico Gualtieri ha detto...

Veronica, grazie... sì, è una lettera. Sulla passione concordo con te, quella descritta non era la fisiologia ma la patologia, purtroppo prevalente... la passione come fine a se stessa è il fallimento, l'antitesi e la tomba dell'amore.

Rita Baccaro ha detto...

"Nell'ora in cui l'aria si arancia"...
direi che questo verso sembra in tema con i festeggiamenti e non per caso.
Difatti, se avete notato, ha vinto il colore arancione, quello che anche nel linguaggio dei fiori significa allegria. Mi piace perchè è caldo, parente prossimo del rosso e quindi diverso dai colori freddi dell'azzurro e del verde. Mi piace perchè è nuovo, giovane e toglierà tutto il grigiore dalla politica.