sotto i romani ponti, o verde Adige,
brillando dal limpido gorgo,
la tua scorrente canzone al sole,
quando Odoacre dinanzi a l’impeto
di Teodorico cesse, e tra l’erulo
eccidio passavan su i carri
diritte e bionde le donne amàle
entro la bella Verona, odinici
carmi intonando: raccolta al vescovo
intorno, l’italica plebe
sporgea la croce supplice a’ Goti.
Tale da i monti di neve rigidi,
ne la diffusa letizia argentea
del placido verno, o fuggente
infaticato, mormori e vai
sotto il merlato ponte scaligero,
tra nere moli, tra squallidi alberi,
a i colli sereni, a le torri,
onde abbrunate piangon le insegne
il ritornante giorno funereo
del primo eletto re da l’Italia
francata: tu, Adige, canti
la tua scorrente canzone al sole.
Anch’io, bel fiume, canto: e il mio cantico
nel picciol verso raccoglie i secoli,
e il cuore al pensiero balzando
segue la strofe che sorge e trema.
Ma la mia strofe vanirà torbida
ne gli anni: eterno poeta, o Adige,
tu ancor tra le sparse macerie
di questi colli turriti, quando
su le rovine de la basilica
di Zeno al sole sibili il còlubro,
ancor canterai nel deserto
i tedi insonni de l’infinito.
(A mio padre, nato e vissuto sulle rive del suo amato fiume Adige.)
20 anni senza te.
4 commenti:
è il mio preferito!!!
Bentrovata
Perchè sei veronese caro Luigi, poi più tardi vado a vedermi il tuo blog, a presto!
Buona settimana agli atesini e ai passanti del blog.
Ho finito di lggere ora, e solo ora ho visto la dedica al tuo papà. Francesca.
È bello che tu lo abbia ricordato così.
Posta un commento