Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 24 agosto 2011

I mattini passano chiari di Cesare Pavese

Georgette Agutte
I mattini passano chiari
e deserti. Così i tuoi occhi
s'aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d'immobile luce.
Taceva. Tu viva tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
(non pena non febbre non ombra)
come un mare al mattino, chiaro.
Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest'ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
E' buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.
(Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-1950)

6 commenti:

Serena ha detto...

c'è della tristezza nel suo cielo che non ha più gli occhi suoi.. descrive la mancanza in maniera magnifica, la presenza nell'assenza come qualcosa di delicato e intangibile, ma nello stesso tempo eterno..

Gianrico Gualtieri ha detto...

@Veronica: Perchè il dolore è la possibilità di capire e di conseguenza di sapere in un modo altro e più alto che la semplice conoscenza intellettuale. Come diceva Hegel, il dolore è il privilegio del vivente.

Bonne journée
G.

Rose ha detto...

Il cielo che è ancora in noi.
Malgrado il tono di rimpianto. Ci leggo chiarezza, riesco a intravedere una luce, qualunque essa sia.

Buon mercole. Un forno, oggi. Ne usciremo come panini croccanti? ;)

viola ha detto...

il dolore fa tanto male.. chiamarlo privilegio mi fa ancora più male... ma in effetti so che è così:) un sorriso e un abbraccio a tutti, in queste giornate mi danno sollievo solo i ghiaccioli:))

Francesca Vicedomini ha detto...

Buon grancaldo a tutti amici miei!

Rose ha detto...

@Veronica Panzanella, allora? :D

@viola Anch'io scettica sul dolore come privilegio. Buoni, i ghiaccioli!