Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 10 agosto 2011

L'alloro oceanico di Gabriele D'Annunzio

Sir Lawrence Alma Tadema
Oleandro d'Apollo, ambiguo arbusto
che d'ambra aulisci nell'ardente sera;
melagrano, e il tuo rosso balausto
quasi fiammella in calice di cera;
nautico pino, e il tuo scoglioso fusto
e i coni entro la chioma tua leggera;
olivo intorto da dolor vetusto,
e l'oliva tua dolce che s'annera;
ginepro irsuto, mirto caloroso,
lentisco, terebinto, caprifoglio,
cento corone dell'Estate ausonia;
ma te, sargasso, re del Marerboso,
vasto alloro del gorgo, anche te voglio,
che bacche fai come la fronda aonia.
(Alcyone)

2 commenti:

Rose ha detto...

Racconta di piante con qualche aggettivone e molta pompa, però l'argomento mi interessa e l'ho apprezzata.

Buon mercole!


P.S. Chissà se il Gabriele avesse visto la ragazza di ieri stesa sull'erba! ;)

Francesca Vicedomini ha detto...

La pompa era la specialità del nostro. Credo che umanamente fosse uno str...pomposo.
Ma a volte la poesia gli riesce bene...
Buon soba!