Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

martedì 13 settembre 2011

All'amata di Carlo Betocchi

Paul Outerbridge*Descending night*1935
I fior di oscurità, densi, che odorano
dove tu sei, s'aggirano nell'ombra,
un'altra luce sento che m'inonda
queste pupille che l'ombra violano.
Quale tu sei, non so; forse t'adorano
le cose antiche in me, tutto circonda
te in un giardino dove i sensi all'ombra
tornano ad uno ad uno che ti sfiorano.
L'esser più soli, e l'aggirarsi dove
tu non sei più, od in remota stanza
dentro al mio petto, quando lento piove
l'amor di te che oltre di te s'avanza,
forse sarà per questo il dir d'amore
più dolce dell'amore che ci stanca.

3 commenti:

Rose ha detto...

Parlare d'amore stanca meno dell'amore... c'è da rifletterci.

In ritardo per ricordare il trentennale della morte di Montale, ma in tempo per ringraziare Francesca di averlo ricordato.

Caldo come in agosto. Buona settimanina ancora in corso.

Rose ha detto...

E grazie anche ad Ardea che ha celebrato Mont-ale con Mont-everdi.

Gianrico Gualtieri ha detto...

;-) il tema della discesa agli inferi non mi sembrava fuori luogo, trattandosi di un testamento...

AC