Ettore Tito*L'amazzone*1906 |
Il cane mi domanda
e non rispondo.
Salta, corre pei campi e mi domanda
senza parlare
e i suoi occhi
son due domande umide, due fiamme
liquide interroganti
e non rispondo,
e non rispondo,
non rispondo perche'
non so, e niente posso dire.
In mezzo ai campi andiamo
In mezzo ai campi andiamo
uomo e cane.
Luccicano le foglie come
se qualcuno
le avesse baciate
a una a una,
salgono dal suolo
tutte le arance
a collocare
piccoli planetari
in alberi rotondi
come la notte e verdi,
e uomo e cane andiamo
fiutando il mondo, scuotendo il trifoglio,
per i campi del Cile,
fra le limpide dita di settembre.
fra le limpide dita di settembre.
Il cane si arresta,
corre dietro alle api,
salta l'acqua irrequieta,
ascolta lontanissimi
latrati,
orina su una pietra
e porta la punta del suo muso,
e porta la punta del suo muso,
a me, come un regalo.
Tenera impertinenza
per palesare affetto!
E fu a quel punto che mi chiese,
con gli occhi,
per palesare affetto!
E fu a quel punto che mi chiese,
con gli occhi,
perche'ora e'giorno, perche' verra' la notte,
perche' la primavera
non porto' nel suo cesto
nulla
nulla
per i cani vagabondi,
ma inutili fiori,
fiori, e ancora fiori.
Questo mi chiede
il cane
e non rispondo.
Andiamo avanti,
uomo e cane, appaiati
dal mattino verde,
dal mattino verde,
dall'eccitante vuota solitudine
in cui solo noi
esistiamo,
questa coppia di un cane rugiadoso
e un poeta del bosco,
perche' non esistono
uccelli o fiori occulti,
ma profumi e gorgheggi
per due compagni,
uccelli o fiori occulti,
ma profumi e gorgheggi
per due compagni,
per due cacciatori compagni:
un mondo inumidito
dalle distillazioni della notte,
un tunnel verde e poi
una prateria,
una raffica di vento aranciato,
una raffica di vento aranciato,
il sussurro delle radici,
la vita che cammina,
respira, cresce,
respira, cresce,
e l'antica amicizia,
la gioia
d'esser cane e di esser uomo
d'esser cane e di esser uomo
tramutata
in un solo animale
in un solo animale
che cammina muovendo
sei zampe
e una coda
intrisa di rugiada.
°*°*°*°*°
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ODA AL PERRO
El perro me pregunta
y no respondo.
Salta, corre en el campo y me pregunta
sin hablar
y sus ojos
son dos preguntas húmedas, dos llamas
lìquidas que me interrogan
y no respondo,
no respondo porque
no sé, no puedo nada.
A campo pleno vamos
hombre y perro.
Brillan las hojas como
si alguien
las hubiera besado
una por una,
suben del suelo
todas las naranjas
a establecer
pequeños planetarios
en árboles redondos
como la noche, y verdes,
y perro y hombre vamos
oliendo el mundo, sacudiendo el trébol,
por el campo de Chile,
entre los dedos claros de septiembre.
El perro se detiene,
persigue las abejas,
salta el agua intranquila,
escucha lejanísimos
ladridos,
orina en una piedra
y me trae la punta de su hocico,
a mí, como un regalo.
Es su frescura tierna,
la comunicación de su ternura,
y allí me preguntó
con sus dos ojos,
por qué es de día, por qué vendrá la noche,
por qué la primavera
no trajo en su canasta
nada
para perros errantes,
sino flores inútiles,
flores, flores y flores.
Y así pregunta
el perro
y no respondo.
Vamos
hombre y perro reunidos
por la mañana verde,
por la incitante soledad vacía
en que sólo nosotros
existimos,
esta unidad de perro con rocío
y el poeta del bosque,
porque no existe el pájaro escondido,
ni la secreta flor,
sino trino y aroma
para dos compañeros,
para dos cazadores compañeros:
un mundo humedecido
por las destilaciones de la noche,
un túnel verde y luego
una pradera,
una ráfaga de aire anaranjado,
el susurro de las raíces,
la vida caminando,
respirando, creciendo,
y la antigua amistad,
la dicha
de ser perro y ser hombre
convertida
en un solo animal
que camina moviendo
seis patas
y una cola
con rocío.
(Dedicato a Ulisse e a chi lo ama tanto...)
2 commenti:
Bellissima.
Ulisse e Veronica, vi sono vicina.
Buon sabato a tutti, sperando che porti cose buone.
È difficile dire qualcosa di un dolore che è ancora vivo e presente... coraggio Veronica, un pensiero per te e per Ulisse.
AC
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