Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

domenica 2 ottobre 2011

Xenia IV di Eugenio Montale

Ludomir Slendzinski*Wife
Riemersa da un'infinità di tempo
Celia la filippina ha telefonato
per aver tue notizie. Credo stia bene, dico,
forse meglio di prima. - Come, crede?
Non c'è più? - Forse più di prima, ma...
Celia, cerchi d'intendere...

Di là dal filo,
da Manila o da altra
parola dell'atlante una balbuzie
impediva anche lei. E riagganciò di scatto.
4 ott. 67

3 commenti:

Rose ha detto...

Sembrerebbe un momento insignificante della vita, una conversazione come tante. Ma Montale ci ha composto una poesia che volutamente rispecchia il tono quotidiano nel linguaggio dimesso e nel discorso diretto. Cosa gli ha portato la telefonata di Celia? Dubbi su un'esistenza ultraterrena, nostalgia, speranza?

Buona domenica.

Francesca Vicedomini ha detto...

e tanta nostalgia forse di chi ha sceso con lui le scale dandogli il braccio...

Anonimo ha detto...

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