Quando ritto il doge antico
Su l’antico bucentauro
L’anel d’oro dava al mar,
E vedeasi, al fiato amico
De la grande sposa cerula,
Il crin bianco svolazzar;
Sorrideva nel pensiero
Ne le fronti a’ padri tremuli
De’ forti anni la virtú,
E gittava un guardo altero,
Muta, a l’onde, al cielo, a l’isole,
La togata gioventú.
Ma rompea superbo un canto
Da l’ignudo petto ed ispido
De gli adusti remator,
Ch’oggi vivono soltanto,
Tizïan, ne le tue tavole,
Ignorati vincitor.
Ei cantavano San Marco,
I Pisan, gli Zeni, i Dandoli,
Il maggior de i Morosin;
E pe’ i sen lunati ad arco
Lunghi gli echi minacciavano
Sino al Bosforo e a l’Eussin.
Ne la patria del Goldoni
Dopo il dramma lacrimevole
La commedia oggi si dà:
De i grandi avi i padiglioni
Son velari, onde una femmina
Il mar d’Adria impalmerà.
Le carezze fien modeste;
Consumare il matrimonio
I due sposi non potran:
Paraninfa, da Trieste
L’Austria ride; e i venti illirici
L’imeneo fischiando van.
Fate al Lido un po’ di chiasso
E su a bordo un po’ di musica!
Le signore hanno a danzar.
Ma, per dio, sonate basso:
Qualcheduno a Lissa infracida,
Che potrebbesi svegliar.
Bah! qui porgono la mano
Vaghe donne, a sprizzi fervidi
Lo sciampagna esulta qui.
Conte Carlo di Persano,
Oggi a festa i bronzi rombano;
Non mancate al lieto dí.
luglio 1869.
(Giampi ed epodi/Libro I)
4 commenti:
Oh oh, come siamo pomposetti, Giosuè... solo con bucentauro (bucintoro) già mi aveva messo in crisi!
Ritorna il caldo.
Ciao! Buon merc.
Sì sarà il caldo, ogni tanto non so che mi prende..con Giosuè, Gabriele e qualche altro...
buon pomeriggio!!!
No, no, Francesca! Scegli liberamente, per carità!
Il tuo blog è bello per questo, perché non è monocorde... pluralista e liberal, direi.
Dà spazio a tutto, permette i confronti. Un'isola felice.
Ero io!
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