Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

lunedì 4 luglio 2011

Notturno nuziale di Ada Negri

Edgar Degas/1869
Quando tu venisti, una notte,
verso il suo letto, al buio,
e le dicesti, piano, già sopra di lei:
Non ti vedo, non ti sento.
E la ghermisti con artiglio d'aquila,
e tutta la costringesti nella tua forza
riplasmandola in te con tal furore
ch'ella perdette il senso d'esistere.
E uno solo in due bocche fu il rantolo
e misto fu il sangue e fu il ritmo perfetto,
e dal balcone aperto la notte
guardava con l'occhio d'una sola stella rossastra,
e il sonno che seguì parve la morte,
e immoti come cadaveri
la tristezza dell'ombra vi vegliò sino all'alba.

2 commenti:

Rose ha detto...

Esistono racconti spaventosi sulle prime notti di nozze. Donne prese per i capelli e sbattute sul letto senza tanti complimenti, ragazze che non sapevano neanche come fosse fatto un uomo.
Non so se questa poesia sia autobiografica - potrebbe -, ma vi si leggono un atto predatorio e un senso di morte.

Qui cantano le cicale, ma c'è un cielino cenerino.

A Francesca e ai passanti del blog auguro tanta gioia.

Francesca Vicedomini ha detto...

Sapete, mi sono stupita che questa maestrina timida che parla di primule, primavera..abbia scritto tali parole...grazie ragazze, un temporale dura tutt'ora dalle 3 di stamattina. Buon proseguimento.