lungo gli orti - dietro il muro bianco - un cimitero.
E sulla sabbia file di spauracchi di paglia
sotto le traverse a statura d'uomo.
E, penzolandomi oltre i paletti dello steccato,
vedo: strade, alberi, soldati sbandati.
Una vecchia contadina, cosparso di sale grosso
mastica e mastica un tozzo di pane nero...
Come hanno potuto incollerirti queste nere capanne,
Signore! e perché a tanti mitragliare il petto?
Passa un treno e ulula, e si mettono a ululare i soldati,
e leva polvere, leva polvere la strada che indietreggia...
- No, morire! Meglio non essere mai nati,
che questo lamentoso, penoso, carcerario ululato
per le belle dalle nere ciglia. - Ah, e pure cantano
adesso i soldati! Oh, Signore, Dio mio!
(3 luglio 1916)
3 commenti:
Il bianco del sole e del muro, il nero del pane, delle capanne, delle ciglia delle ragazze lasciate dai soldati.
La povertà scarna come il sale e la polvere.
Colori non-colori e opposti l'uno all'altro, e un lamento che è un ululato di dolore e una preghiera angosciosa.
Bellissima.
Francesca, poi mi dici come fai ad azzeccare così bene i dipinti!
E ancora una buona giornata a tutti.
Francesca, posso inserire questo link per sostenere la risposta alle richieste dell'Agcom di censurare liberamente e senza preavviso i siti internet con il pretesto della violazione del copyright?
Ci sono le informazioni e varie proposte di sistegno, dalla firma ad altre forme più attivismo.
http://www.agoradigitale.org/nocensura
Grazie. Cancella pure, se sono stata invadente.
Rose volevo farlo io, anzi vorrei metterlo in evidenza ma non so come fare. Buona notte mia cara!
Posta un commento