Francisco de Zurbaran Albeggiava. Come granelli di fuliggine, l'alba
spazzava le ultime stelle dalla volta celeste.
E della innumerevole folla solo i Magi
Maria lasciò entrare nella cavità della roccia.
Lui dormiva, tutto splendente, in una culla di
quercia,
come un raggio di luna dentro il cavo d'un tronco.
Invece di pelli di pecora,
le labbra d'un asino e le nari d'un bue.
Stavano in ombra, come nel buio della stalla,
sussurravano, trovando a stento le parole.
A un tratto qualcuno, un po' a sinistra
nell'oscurità,
con la mano scansò dalla culla uno dei Magi
e quello si voltò: dalla soglia la vergine
guardava come un ospite la stella di Natale.
spazzava le ultime stelle dalla volta celeste.
E della innumerevole folla solo i Magi
Maria lasciò entrare nella cavità della roccia.
Lui dormiva, tutto splendente, in una culla di
quercia,
come un raggio di luna dentro il cavo d'un tronco.
Invece di pelli di pecora,
le labbra d'un asino e le nari d'un bue.
Stavano in ombra, come nel buio della stalla,
sussurravano, trovando a stento le parole.
A un tratto qualcuno, un po' a sinistra
nell'oscurità,
con la mano scansò dalla culla uno dei Magi
e quello si voltò: dalla soglia la vergine
guardava come un ospite la stella di Natale.
3 commenti:
Bella! Mi piacciono i gesti che Pasternak fa compiere ai personaggi, gesti semplici ma significativi.
Buona Befana.
bel blog, complimenti, si respira un'atmosfera davvero suggestiva! ripasserò ^^
Grazie Rose e Cassandra! Oggi neve e ghiaccio per terra. Occhio!
Posta un commento