Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

giovedì 6 gennaio 2011

I Magi di Boris Pasternak

Francisco de Zurbaran Albeggiava. Come granelli di fuliggine, l'alba
spazzava le ultime stelle dalla volta celeste.
E della innumerevole folla solo i Magi
Maria lasciò entrare nella cavità della roccia.
Lui dormiva, tutto splendente, in una culla di
quercia,
come un raggio di luna dentro il cavo d'un tronco.
Invece di pelli di pecora,
le labbra d'un asino e le nari d'un bue.
Stavano in ombra, come nel buio della stalla,
sussurravano, trovando a stento le parole.
A un tratto qualcuno, un po' a sinistra
nell'oscurità,
con la mano scansò dalla culla uno dei Magi
e quello si voltò: dalla soglia la vergine
guardava come un ospite la stella di Natale.

3 commenti:

Rose ha detto...

Bella! Mi piacciono i gesti che Pasternak fa compiere ai personaggi, gesti semplici ma significativi.

Buona Befana.

Cassandra ha detto...

bel blog, complimenti, si respira un'atmosfera davvero suggestiva! ripasserò ^^

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie Rose e Cassandra! Oggi neve e ghiaccio per terra. Occhio!