Rudolf Wacker/Winterlandschaft Quante perfezioni, quante
quante totalità. Pungendo aggiunge.
E poi astrazioni astrificazioni formulazione d’astri
assideramento, attraverso sidera e coelos
assideramenti assimilazioni -
nel perfezionato procederei
più in là del grande abbaglio, del pieno e del vuoto,
ricercherei procedimenti
risaltando, evitando
dubbiose tenebrose; saprei direi.
Ma come ci soffolce, quanta è l’ubertà nivale
come vale: a valle del mattino a valle
a monte della luce plurifonte.
Mi sono messo di mezzo a questo movimento-mancamento
quante totalità. Pungendo aggiunge.
E poi astrazioni astrificazioni formulazione d’astri
assideramento, attraverso sidera e coelos
assideramenti assimilazioni -
nel perfezionato procederei
più in là del grande abbaglio, del pieno e del vuoto,
ricercherei procedimenti
risaltando, evitando
dubbiose tenebrose; saprei direi.
Ma come ci soffolce, quanta è l’ubertà nivale
come vale: a valle del mattino a valle
a monte della luce plurifonte.
Mi sono messo di mezzo a questo movimento-mancamento
radiale
ahi il primo brivido del salire, del capire,
partono in ordine, sfidano: ecco tutto.
E la tua consolazione insolazione e la mia, frutto
di questo inverno, allenate, alleate,
sui vertici vitrei del sempre, sui margini nevati
del mai-mai-non-lasciai-andare,
e la stella che brucia nel suo riccio
e la castagna tratta dal ghiaccio
e - tutto - e tutto-eros, tutto libertà nel laccio
nell’abbraccio, mi sta: ci sta,
ci sta all’invito, sta nel programma, nella faccenda.
Un sorriso, vero? E la vi(ta) (id-vid)
quella di cui non si può nulla, non ipotizzare,
sulla soglia si fa (accarezzare?).
Evoè lungo i ghiacci e le colture dei colori
e i rassicurati lavori degli ori.
Pronto. A chi parlo? Riallacciare.
E sono pronto, in fase dell’immortale,
per uno sketch-idea della neve, per un suo guizzo.
Pronto.
Alla, della perfetta.
“E’ tutto, potete andare.”
(La Beltà)
ahi il primo brivido del salire, del capire,
partono in ordine, sfidano: ecco tutto.
E la tua consolazione insolazione e la mia, frutto
di questo inverno, allenate, alleate,
sui vertici vitrei del sempre, sui margini nevati
del mai-mai-non-lasciai-andare,
e la stella che brucia nel suo riccio
e la castagna tratta dal ghiaccio
e - tutto - e tutto-eros, tutto libertà nel laccio
nell’abbraccio, mi sta: ci sta,
ci sta all’invito, sta nel programma, nella faccenda.
Un sorriso, vero? E la vi(ta) (id-vid)
quella di cui non si può nulla, non ipotizzare,
sulla soglia si fa (accarezzare?).
Evoè lungo i ghiacci e le colture dei colori
e i rassicurati lavori degli ori.
Pronto. A chi parlo? Riallacciare.
E sono pronto, in fase dell’immortale,
per uno sketch-idea della neve, per un suo guizzo.
Pronto.
Alla, della perfetta.
“E’ tutto, potete andare.”
(La Beltà)
12 commenti:
"Detto alla neve: 'non mi abbandonerai mai, vero?'"
(A. Zanzotto)
oggi è il mio compleanno. L'ho lasciato sepolto sotto la neve. Quella che l0anno scorso a quest'ora vedevo fioccare silenziosa da una finestra scomparsa...
Presso le genti di montagna con l'alternarsi delle stagioni si incontrano diversi tipi di neve. Mario Rigoni Stern fa un celebre elenco di questi nomi perduti, un tempo dati dalle sue parti.
Qui li puoi trovare
ciao e a presto sui ns Blog
Quest'anno qui siamo a corto di neve. :(
Per fortuna Francesca ha provveduto a farla scendere nelle poesie!
Veronica, buon compleanno.
Ci incamminiamo verso il week-end.
Veronicaaa buonissimo compleanno cara. Grazie a tutti, Ardea per i versi, Silenzi d'Alpe che vado subito a visitare, Veronica e la sempre cara Rose!
Dai che andiamo in fine settimana....
Ho trovato per caso questo blog cercando una lirica di Alfieri e devo dire che ne sono rimasto contento. Un blog dedicato al connubio tra Poesia e Pittura! Un'idea veramente originale, tanto più perché sono due delle mie più accese passioni. Complimenti! Solo, se posso permettermi, sarebbe ancora più bello secondo me se fossero pubblicati, laddove possibile, anche i versi nelle loro lingue originali: un'appassionata di poesia come lei saprà senz'altro quanto i versi vivano anche di suoni, metri e ritmi e che in poesia più che in prosa vale il detto "traduttore è traditore". Per il resto mi piace un sacco e mi permetto di aggiungerlo ai blog che seguo.
Ho messo l'elisir della neve bianca in un'alambicco magico, per attualizzare ad ogni istante l'algebra alchemica della neve nell'alcova d'oriente, quando i fiocchi, come soffici baci, sfiorano il mio cuore!
bon anniversaire, Veronica!
ciao
Aniello, La ringrazio moltissimo per quello che mi dice, e devo dire che ho pensato molte volte di fare come lei dice, qualche volta l'ho anche fatto. Mi sembra una cosa lunga però...non so, ci devo riflettere. A ogni modo grazie, i consigli sono sempre ben accetti.
Chiedo anche a Voi tutti, che dite è meglio con la traduzione o è più leggero senza?
Ciao Asia...
Buon sabato a tutti.
Grazie
splendido brano...grazie!!!
Non sono pienamente convinto dell'utilità della versione originale, che rischia di appesantire...moltissimi non hanno, in tutti i casi, il livello sufficiente nella lingua originale, o non la conoscono affatto. Inoltre da bravo platonico sono convinto che la sostanza della poesia sia a-linguistica o pre- (nel senso di un prius ideale) linguistica e che questa possa essere colta, per così dire, al di là o attraverso il linguaggio.
Buona domenica
Caro Ardea, dopo avere molto pensato, credo che ti ascolterò, ho sempre pensato anch'io che le traduzioni, per quanto affascinanti, appesantiscano il blog, Aniello non me ne vorrà, in qualche occasione le metterò.
Buona giornata.
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