Il vento soffia e nevica la frasca,
e tu non torni ancora al tuo paese,
quando partisti, come son rimasta,
come l'aratro in mezzo alla maggese.

mercoledì 12 gennaio 2011

Pastello del tedio di Aldo Palazzeschi

Jakimowicz Myeczis/1909 Dal grigio della nebbia fitta fitta
traspaiono cipressi
ombre nere
spugne di nebbia.
E di lontano dondolando lento
ne viene un suono di campana quasi spento.
Più lontano lontano
passa un treno mugghiando.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

minimale, non minimo
di quel colore che solo certi pittori sanno esprimere
ed onomatopeico quanto basta
per non sfociare nel prosaico

Gujil

Rose ha detto...

Uno zoom audiovisivo e tutt'altro che tedioso, a dispetto del titolo.
Anche il biancoenero ha il suo potere.

E siamo a mercoledì. Buon mercoledì!

asia ha detto...

i cipressi mi piacciono da impazzire
i cipressi sono fiamme vegetali simbolizzanti il fuoco sacro.
Quando sono neri sono ancora più luminosi, perché la luce nera é il preludio al Sé divino
ciao

Vaso Mprataki ha detto...

Nice work!

Happy New Year!

Greetings from Greece

My blogs are
http://www.travellerofdream.blogspot.com
http://taksideuontasstoxrwma.blogspot.com
http://www.mpleveloudo.blogspot.com

Francesca Vicedomini ha detto...

Grazie a tutti e buona serata!

Gianrico Gualtieri ha detto...

"Ombra sono / finchè verrà la notte / Ombra e il canto di un uccello / sconosciuto." (1987)

veronica ha detto...

io abbraccio gli alberi. Ne sento la voce e parlo loro. Una volta ho abbracciato un cipresso. Mi sono sentita accolta come se fosse stato un padre...